Gli enormi e dispotici monopoli privati che dominano la scena digitale, in primis Facebook e Google, hanno acquisito una dimensione, un potere, una pervasività, una tale disponibilità di informazioni personali su miliardi di utenti da delineare un vero e proprio neo-totalitarismo. Nel “Socialtotalitarismo”, le piattaforme online chiudono la visuale di ciascuno sui saperi, sulle ideologie, sul branco che meglio si conformano alle sue preferenze e pregiudizi, producendo tribalizzazione, radicalizzazione, sfaldamento di ogni “verità”, razionalità e coesione sociale. Se l’Occidente si destasse dal sonno della ragione democratica che ha portato a questa rapidissima conquista del mondo da parte di una manciata di padroni privati potrebbe esplorare delle vie d’uscita: una nuova e vigorosa politica antitrust; il divieto di raccolta e trattamento di informazioni personali che non siano espressamente fornite dall’utente; il riconoscimento della natura di bene comune del
web e delle sue principali infrastrutture e funzioni; l’imposizione di un “design etico” delle piattaforme online, che vieti ogni manipolazione, induzione di dipendenza, e moderi i “contagi emotivi”. Il Digital Act, in discussione nella UE, è un’epocale salto di qualità nei tentativi di regolare democraticamente il capitalismo digitale. Ma è debole la decisione UE di non contrastare il diritto alla raccolta e trattamento di illimitate informazioni personali, e la rinuncia all’introduzione di limiti antitrust forti.
SILVIO MARESCA è un imprenditore e scrittore pescarese. È socio fondatore della FondazioneOpenpolis, che promuove progetti per l’accesso alle informazioni pubbliche, per la trasparenza e la partecipazione democratica. Ha fondato la piattaforma di dibattito pubblico ProVersi e dato vita a progetti a sostegno dei migranti, che hanno ricevuto riconoscimenti dell’UNHCR. È fondatore del progetto YAG/Garage, per la promozione di giovani artisti italiani e stranieri. Ha pubblicato, per i tipi di Armando Editore, Socialtotalitarismo (2021) e La doppiezza dell’Occidente (2022).
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