Con un incipit in medias res siamo catapultati, insieme al protagonista, nel mondo magico del Regno senza nome. Un mondo descritto dall’autore con dovizia di particolari, grazie ai quali il lettore riesce a immedesimarsi, godendo di un’ambientazione coinvolgente. Jake viene istruito sulle abitudini e sulle dinamiche del Regno da tre personaggi con poteri straordinari. Il suo arrivo coincide però con la scomparsa di Brea, una dei cittadini. Infatti, l’impianto narrativo si sviluppa su due linee prospettiche: da una parte la scoperta del Regno senza nome e dei suoi bizzarri abitanti (di memoria “carrolliana”, come in Alice’s Adventures in Wonderland) e, dall’altra, la ricerca di Brea. Ad ogni modo, il viaggio più significativo che Jake deve affrontare è quello di qualsiasi adolescente: un itinerario alla scoperta di sé; la “caduta” improvvisa in un mondo nuovo mostra, in una perfetta metafora, le novità e gli stravolgimenti di questa fase di passaggio verso la maturità. Il linguaggio è semplice, divertente e alterna dialoghi e sezioni descrittive, mantenendo un ritmo piacevole, ottimo per i ragazzi di età tra gli undici e i diciotto anni. Infine, la geografia articolata e precisa costituisce un elemento originale e rappresenta un regno diviso tra città alta, media e bassa che, di conseguenza, separa anche i suoi cittadini, affrontando (sempre attraverso una voce leggera e fresca) il problema della segregazione. Infatti, quest’ultima è una delle tematiche di maggiore impatto nell’opera, oltre alla crescita e alla formazione identitaria nel confronto con l’Altro e nella riscoperta del valore dell’amicizia: conoscere se stessi, quindi, in un “γνῶθι σεαυτόν” (gnōthi seautón) avvincente e moderno che ben si calibra con lo stile dell’autore.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.