Questo libro, che ha il suo seme originario negli studi universitari, viene
alla luce dopo una ventennale attività d’insegnamento della filosofia nei
Licei. È dunque un libro che, germogliato fra la cattedra e i banchi della
scuola, ha certamente un interlocutore in chi sia impegnato nello studio
filosofico ma poi si rivolge a quel pubblico più ampio di chi voglia ritornare
a una fruizione discorsiva della filosofia e dei suoi testi, che fluiscono
organicamente nel corpo dell’opera, sulla via di quell’istinto originario
ed essenziale di nutrire, insieme al corpo, l’anima; di realizzare quella
pienezza dell’essere che solo può conferire il ristoro e pure una guida alla
dimensione più intima dello spirito umano. Verità questa che, risolta la
stessa felicità nella cura dell’anima e la cura dell’anima nella filosofia, così
è espressa dalla sapienza umana fino dalle sue origini lucenti: «Nessuno,
mentre è giovane, indugi a filosofare, né più adulto si ritragga dal farlo;
poiché, ad acquistare la salute dell’anima, non è immaturo o troppo maturo
nessuno. E chi dice che il tempo per farlo non è ancora venuto, così
come chi dice che oramai è passato, è come se dicesse che ancora non è
venuta o è già passata l’età per essere felice».
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2 recensioni per Il mondo dei filosofi
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Armando Editore –
Da zonadidisagio.wordpress.com
Questo non è un manuale, si potrebbe dire con Magritte e Foucault. Anche se ne ha la struttura storica, anche se presenta i filosofi secondo lo schema della successione cronologica, non è un manuale.
Non è un manuale, anche se ogni filosofo viene contestualizzato efficacemente nel suo tempo, e letto attraverso analogie e differenze con chi lo precede.
Non è manuale perché Giuseppe Cappello (docente, poeta e saggista) fa scelte teoretiche ed ermeneutiche che non sono pedantemente didattiche e usa, laddove necessario, un registro linguistico narrativo più che didascalico: sceglie di chi parlare e come; a chi dedicare più pagine e a chi poche righe; chi ricordare solo con una citazione o con un semplice riferimento; chi eleggere a protagonista di una svolta, di una rottura, chi a testimone, chi a esecutore; chi valorizzare con testi (anche piuttosto lunghi e sempre integrati nel flusso del racconto) e chi riassumere in una sintesi, mai sbrigativa ma sempre ragionata.
Non è un manuale soprattutto perché l’autore non fa mistero di quali siano le sue chiavi di lettura, cioè i concetti a partire dai quali intende seguire e monitorare lo sviluppo del pensiero nel tempo e nello spazio. E ce lo rivela, non nell’Introduzione (Che cos’è la filosofia), dove opportunamente viene messa a fuoco l’epistemologia della disciplina il suo statuto logico e dialogico, le sue procedure riflessive, le sue finalità gnoseologiche, etiche, educative, ma nei Ringraziamenti (Paideia di un confilosofare) dove, facendo suo il punto di vista dello storico Max Pohlenz, ricorda che “logos e physis sono i presupposti fondamentali di ogni scienza”. E dunque anche della filosofia, cioè di quella scienza del tutto particolare che non ci mette “in possesso della sapienza” ma “vive nell’orizzonte vitale di questo amore per la sapienza”.
Logos e physis, dunque, dalle origini, ancora immerse nelle nebbie della religiosità e dei miti, sino ai giorni nostri, dall’età dei sapienti, ancora affascinati dal senso del tutto, a quella degli specialisti, da Talete a Popper, dalla filosofia come arte e stile di vita alla filosofia come scienza, come metodo, come tecnica, come professione: un viaggio appassionante nel variegato mondo dei filosofi, dove la parola “mondo” non sta a indicare la materia meccanica, priva di vita, ma appunto quella physis che in vario modo si riflette nel logos e che è, essa stessa, attraversata come una corrente dal logos.
Stefano Cazzato
(Giuseppe Cappello, Il mondo dei filosofi. Visioni e testi della ricerca filosofica dalle origini all’età contemporanea, Armando, 2021, pp.463, euro 32.00)
Armando Editore –
Da iltritagonista.com
“Il quadro al quale sono più legato è a casa mia, lo osservo tutti i giorni – forse per trovare uno spunto diverso, un particolare impercettibile – il titolo è Il geonauta. Uomo stilizzato che emerge dalla sabbia, con una barca vicino, il mare accanto e il cielo che lo sovrasta”. Eppure il professore Giuseppe Cappello, nato e cresciuto in un ambiente culturale stimolante e vivace grazie al padre Biagio Rosario, più noto come Saro, allievo di Guttuso e alla madre Rosaria, professoressa di Lettere Classiche, avrebbe potuto citare un’opera più nota, invece no. Forse per l’idea del naufrago che, probabilmente, lo avrà rappresentato per alcuni anni, forse perché, inconsciamente, la descrizione sembra il momento nel quale Odisseo, dopo 20 anni, approda nella sua petrosa Itaca perché, satollo del viaggio, desidera riabbracciare la moglie Penelope e il figlio Telemaco. Giuseppe sostiene che l’atto più rivoluzionario sia il mantenere lo status quo, tenere i piedi ben saldi a terra, quasi come un albero abbarbicato al suolo dalle radici profonde e lo sguardo rivolto all’orizzonte, con la chioma accarezzata dalla brezza che gli offre serenità e lo ispira. Personaggio istrionico, docente di Filosofia e Storia nella Capitale, ha raggiunto disparati traguardi soprattutto attraverso varie pubblicazioni. Ultimo nato? Il mondo dei filosofi, Armando Editore. Una carrellata di pensatori dalle origini fino al XX secolo. Progetto ambizioso nel quale l’autore acchiappa tutti: studenti indisciplinati con poca predisposizione allo studio, appassionati di filosofia, neofiti, nostalgici. Cappello dimostra un’abilità non solo di scrittura, già avvezzo, ma di comunicazione, parola abusata, violentata, il cui significato (cum munis) possiede un’incredibile profondità e un senso di responsabilità che Giuseppe possiede. Giovane uomo, estroverso, buona forchetta, dall’aspetto rocchettaro, occhi espressivi, favella sciolta, un po’ permaloso, interessante interlocutore. Sebbene laico, ha una moralità ferrea, assimilata attraverso lo studio del pensiero filosofico dei numerosi “sapienti” che ha amato, apprezzato, omaggiandoli con questo volume che si legge in un fiato. Il linguaggio è lineare, i protagonisti attraverso le loro parole diventano un tutt’uno con l’autore, talmente impregnato dai loro pensieri che, a sua volta, è portavoce e filosofo. I “saggi” diventano ritratti iconografici nei quali si scorgono Karl Marx e Friedrich Engels attenti a scrivere, l’uno accanto all’altro, in maniche di camicia; John Locke dalla chioma canuta e fluente intento a pensare; Eraclito dalla fronte aggrottata per l’incessante ricerca della verità. Portrait in trompe-l’œil nei quali i soggetti visti da un’altra prospettiva, più umana, più fruibile, più adatta a noi.
L’allettante testo è anche frutto di anni di precariato, di studio incessante, di esperienze tra i banchi di scuola dai quali spesso si è intrappolati e nel contempo attratti. Cappello non è un professore è un solista, un direttore d’orchestra, un cantante che, attraverso il lancio della bottiglia nell’oceano, scrive tanti messaggi che si trasformano in un romanzo, il romanzo della vita, dell’esperienza, della morale, dell’eros, del pathos.
Alla domanda come concepisce l’insegnamento risponde: “In fondo, come dice la canzone, è una vita da mediano. Quello del professore è la posizione privilegiata di chi si trova fra due fuochi; due sacri fuochi. Quello dei classici che a ogni epoca si rinnovano parlando in maniera universale a ogni tempo e quello dei giovani che ancora sono in grado di ascoltare una parola che non sia quella cristallizzata nella temperie di un tempo determinato. Insomma, una vita da equilibrista che trova le sue fatiche e le sue gioie in quella nota di eterno che attraversa e lega nella storia le generazioni nella loro dimensione in cui appunto “l’uom s”etterna”.
Unica certezza? Avere il professore Cappello come docente è un privilegio perché va oltre le Colonne d’Ercole.